Sono reperibili ancora per tutto il mese di
maggio. Decisamente più piccoli dei carciofi normali, sono il prodotto
dell’ultima fase di raccolta, destinati quasi esclusivamente alle preparazioni
in conserva. Con un paio d’ore di allegro lavoro ve ne viene una mezza dozzina
di vasetti da 300 cc, di qualità incomparabilmente migliore dei più buoni fra
quelli industriali.
Ingredienti e dosi
per 6 vasetti da 300 cc
- Carciofini
medio-piccoli (una cinquantina per chilo): kg 3
- Aceto chiaro diluito 1:2 in acqua. Precisamente: 1,2 litri di aceto in 2,4 litri di
acqua.
- Sale: g 90 (25 per mille della
miscela acqua/aceto).
- Olio e.v.o.:
circa un litro.
- Limone: il succo di
uno, in un litro d’acqua per riporvi i carciofini durante la lavorazione.
- Pepe in grani: un cucchiaio abbondante.
Procedimento
1) Mondate i carciofini delle foglie esterne per
due o tre giri (da 10 a 15 foglie a seconda della grossezza dei capolini),
arrotondatene il fondo e scartatene la punta fino a metà della loro lunghezza.
Riponeteli man mano in un contenitore con un litro abbondante d’acqua acidulata
con il succo di un limone.
2) Scaldate i
vasetti nel forno a 100°C.
3) Portate a
bollore l’acqua con l’aceto, il sale e i grani di pepe. Dividete i carciofini
in due o tre gruppi omogenei per calibro (è improbabile che siano tutti uguali)
e buttateli nella miscela di cottura cominciando, ovviamente, dai più grossi.
Il gruppo dei carciofini più grossi cuoce in dodici o tredici minuti dall’immersione, mentre
per il gruppo dei più piccoli ne basteranno otto o nove. Scaglionate
pertanto le immersioni dei diversi gruppi tenendo conto di tali tempi.
4) Estraete i carciofini col ragno e lasciateli
scolare per un minuto in un colapasta. Quindi distribuiteli su un letto di
carta da cucina e fateli asciugare ed evaporare per un altro minuto o due prima
di invasarli ancora caldi. Date alle fiamme tutti i ricettari che dicono di
farli raffreddare e asciugare all’aria
per mezza giornata o più: è una pratica che serve solo alla proliferazione di qualche miliardo di batteri. Già che ci siete
bruciate anche quelli che dicono di salare la miscela di cottura con “un
pizzico di sale”: di sale ce ne vogliono proprio 90 grammi. Infatti oltre ad insaporire il prodotto, in
aggiunta all’aceto, tiene lontano il temibile botulino.
5) Tuffate nella miscela di acqua e aceto, a
fuoco spento, i presselli e i coperchi dei vasetti.
6) Scaldate dell’olio a 80°C e versatene un paio
di dita in ogni vasetto. Distribuite alla rinfusa i carciofini nei vasetti,
senza pressarli, insieme ai grani di pepe, e copriteli con l’olio sempre a
80°C, fino a 8-10 mm dal bordo. I carciofini devono stare comodi nell’olio, ad evitare la fastidiosa
formazione di bolle d’aria, nociva ai fini della conservazione. In tal modo non
ci sarà bisogno di controllare più tardi che i carciofini rimangano coperti
d’olio.
7) Sistemate i presselli nei vasetti e avvitate a fondo i coperchi.
7) Sistemate i presselli nei vasetti e avvitate a fondo i coperchi.
8) Raffreddati che siano i
vasetti, controllate che i coperchi si siano abbassati: così li potrete
conservare diversi mesi nel solito posto “fresco e asciutto”, altrimenti sarà
bene tenerli in frigorifero, dove peraltro starebbero bene anche nella versione
“sottovuoto”.