Premessa
In genere, nei ristoranti, la pasta con
le vongole si fa così: in una padella con un fondo di olio dove ha fritto
dell’aglio si butta una manciata di vongole crude, col guscio; si lasciano
aprire al fuoco e vi si butta la pasta bollita; si salta per un minuto e si
serve. Veloce ed economico.
Controindicazioni:
a)
le vongole sono necessariamente in
piccola quantità, altrimenti riempirebbero il piatto dei loro gusci; la
conseguenza è un sapore piuttosto leggero, spesso controbilanciato da una forte
presenza di aglio bruciato;
b)
le vongole quasi sempre contengono della
sabbia: da pochissima a tanta, ma, quanta che sia, ce la si ritrova nel piatto;
c)
spesso fra le vongole si annida quella
che vongola non è, o meglio, non è più: si tratta di un guscio ben chiuso,
completamente ripieno di fango; i cuochi professionisti cercano di
intercettarla preventivamente, facendo cadere le vongole una ad una in una
catinella di acciaio o nel lavello vuoto: la falsa vongola di solito si apre e
può essere scartata, ma a volte sfugge, finisce in padella e decide di aprirsi
lì, rovinando tutta la preparazione; il cuoco butta via tutto e ricomincia
daccapo.
Diversamente si può fare come segue.
Fra i prodotti del mare i molluschi
bivalvi sono quelli che danno meno problemi nella valutazione della loro
freschezza: innanzitutto vanno venduti vivi, e tale circostanza è denunciata
dal fatto che siano chiusi; inoltre, per legge, vongole e mitili possono essere
commercializzati solo in confezioni sigillate, con una targhetta riportante la
data del confezionamento: se questa è di ieri, siamo al massimo della
freschezza; possono essere venduti fino al quarto giorno successivo, ma già al
terzo giorno io farei a meno di comprarli.
Un elemento più problematico di scelta
riguarda invece la varietà di vongole: “veraci” o “lupini”: le prime sono più
grandi e offrono il vantaggio di un minor tempo di lavorazione; provengono però
da allevamenti, e hanno un sapore meno caratteristico; le vongole-lupini,
invece, sono un prodotto della pesca; fanno lavorare un po’ di più perché
piccole, ma sono più profumate.
- 80
g di olio extra vergine;
- 2
o 3 spicchi d’aglio;
- mezzo
bicchiere di vino bianco secco;
- facoltativo
raccomandato: mezzo pomodoro spellato, dissemato e tagliuzzato, o un cucchiaio
di salsa leggera; attenzione: questo pomodoro, in questa ricetta, non ha niente
a che vedere con le preparazioni di certe trattorie dove, alla richiesta di
spaghetti con le vongole, il cameriere con aria saputa chiede: “sugo rosso o
bianco?”; lì sarebbe stato meglio non esserci entrati del tutto; qui, invece,
il pomodoro ha la funzione di esaltare il gusto del sugo mediante il glutammato
che contiene naturalmente;
- facoltativo
raccomandato: mezzo cucchiaio di prezzemolo tritato;
- facoltativo:
un pizzico di peperoncino.
Al più presto
possibile dopo l’acquisto, trattare le vongole:
1)
sciacquarle velocemente;
2)
lasciarle a bagno da mezz’ora a due ore in acqua salata al
25 per mille (25 grammi di sale per litro d’acqua): perderanno parte della
sabbia;
3)
estrarle dall’acqua salata e sciacquarle di nuovo
velocemente in acqua dolce: perderanno un po’ di inutile sale;
4)
metterle un po’ alla volta
(ad esempio un terzo per volta) in una casseruola coperta su fuoco
basso, rimestando ogni tanto, finché non siano tutte, o quasi tutte, aperte (la
frammentazione della cottura ha due scopi: un miglior controllo del trattamento
termico, a evitare un inutile prolungamento della cottura stessa che
indurirebbe i molluschi; e la riduzione del rischio di inquinamento da parte di
eventuali vongole andate a male che si manifestano, una volta aperte, con un
fortissimo cattivo odore);
5)
estrarre i frutti dai gusci; buttare questi e conservare
quelli; conservare con cura tutto il liquido (è il liquido l’elemento più
qualificante del sugo: i frutti da soli non hanno un gran sapore); tenere da
parte le vongole rimaste chiuse;
6) rimettere
al fuoco le conchiglie rimaste chiuse: alcune di loro si apriranno; le altre si
possono aprire a mano, con un coltello, badando che non contengano fango o
frutti andati a male (come già detto, si riconoscono dall’odore fortissimo);
non lavorare sopra il contenitore degli altri frutti;
7)
mettere frutti e liquido in un contenitore, meglio se non
troppo largo; agitare con una mano i frutti, come a volerli risciacquare;
lasciar decantare due minuti; sempre con una mano, estrarre con calma i frutti,
pochi alla volta, e riporli in un altro contenitore; lasciare decantare il
liquido per altri due minuti e travasarlo trascurando il fondo; così si sarà
eliminata l’eventuale residua sabbia;
8)
conservare al freddo, fino alla fase 2, i due contenitori,
coperti, del liquido e dei frutti.
Fase 2 – costruzione
9)
Soffriggere, in un largo tegame, gli spicchi d’aglio
sbucciati, tagliati per il lungo e privati del germe, con l’olio e l’eventuale
peperoncino, fino a imbiondire l’aglio e non oltre;
10) aggiungere
l’eventuale pomodoro (raccomandato) e farlo asciugare un po’;
11) aggiungere il vino
e farne evaporare due terzi o un po' di più (fino a tre quarti può essere fatto evaporare);
12) aggiungere il
liquido delle vongole e farne evaporare un terzo o un po' di più ( può essere fatto evaporare fino a metà);
13) eliminare l’aglio
e aggiungere i frutti delle vongole; quindi si può alternativamente:
-
procedere con la fase 3;
-
spegnere il fuoco e attendere di essere pronti per la fase
3;
-
spegnere il fuoco, far raffreddare la preparazione, e conservarla in frigorifero, coperta, fino a 24 – 36
ore;
-
spegnere il fuoco, raffreddare, e conservare in freezer
fino a tre mesi.
Fase 3 –
conclusione
14) Curare che la
preparazione giunga a calore più o meno nel momento in cui andranno scolati gli
spaghetti;
15) scolare con cura
gli spaghetti da uno a due minuti prima del tempo previsto per una cottura al
dente, e tanto prima quanto più il sugo è acquoso; non si abbia paura di
scolare troppo al dente: al caso si potrà continuare la cottura nel tegame
aggiungendo un po’ d’acqua;
16) versare gli
spaghetti nel tegame del sugo e lasciarveli riposare a calore dolce,
rimestandoli ogni tanto, finché non abbiano assorbito tutta la parte acquosa
del sugo e non abbiano raggiunto il giusto grado di cottura;
17) spegnere,
aggiungere il prezzemolo, rimestare e servire.
Complimenti per la dettagliatissima ricetta, mi ci ritrovo in gran parte degli accorgimenti di mia nonna, ed il resto sono tutti preziosi consigli!
RispondiEliminaDirei una delle ricette più "tradizionali" presente in rete, bravo davvero!!!
Ah, dimenticavo una domanda di piccolissimo cabotaggio: perchè la salamoia proprio al 25x1000?
RispondiEliminaIo di solito mi regolo su valori attorno al 4x1000 scarso, pari alla salinità media del Tirreno...
Sono curioso!
Grazie
oops... refuso, era 40x1000, ovviam...
RispondiEliminaTrovo che il bagno in un'acqua un po' meno salata di quella del mare produca un nonnulla di sale in meno nella preparazione finale. Quindi, sale sì, a imitazione del mare, ma un po' meno. E le vongole, in un paio d'ore, non se ne accorgono. Sono accorgimenti minimali, ma non costano niente, e allora, perché no? Naturalmente va bene anche 23 o 27 per mille, e anche 38 o 39 come usi tu.
EliminaGrazie per il gentile apprezzamento.
Spiegazione esauriente.
EliminaGrazie!