Poche le regole: tre, ma indefettibili. Due dettate dai grandi cuochi:
per tutti il sommo Gualtiero Marchesi che dalle pagine del suo meraviglioso
“Oltre il fornello” (non vi dico quali pagine, così ve lo leggete tutto)
ammonisce:
1) l’arrosto non si nutre se non di grasso (per intenderci: non va mai
bagnato con liquidi acquosi);
2) dopo la cottura e prima del taglio l’arrosto deve assolutamente
riposare per almeno mezz’ora.
3) La terza regola è tutta mia: riguarda il tempo di cottura e fa piazza
pulita di tutte le prescrizioni sommarie che si leggono qua e là e che vanno da
venti a quaranta minuti al chilo. Il tempo di cottura non può essere in
funzione del peso: si immagini semplicemente un pezzo da un chilo, di forma
all’incirca cilindrica, lungo 13 centimetri, e un altro pezzo, dello stesso
diametro, lungo il doppio e perciò pesante il doppio: ebbene, il secondo mica
cuocerà nel doppio del tempo del primo, no? Cuocerà esattamente nello stesso
tempo! Sicché, per determinare il giusto tempo di cottura, bisogna avere
riguardo al diametro del pezzo e non al suo peso. Per questo rapporto
diametro/tempo possono essere assunti i seguenti valori (con quel tanto di
inevitabile approssimazione), con temperatura costante a 180°C, compreso, nel
tempo, un periodo iniziale di pochi minuti di rosolatura a temperatura più
alta: 35’ per 10 cm di diametro; 45’ per 12; 25’ per 8.
Ingredienti e dosi per 4-6
porzioni
- un pezzo di roast-beef di forma regolare,
già mondato del grasso e del tessuto connettivo; del diametro di 9-10 cm e di
circa un chilo;
- 80
grammi di olio e.v.o.;
- un
letto di erbe aromatiche (salvia, rosmarino, timo);
- 5
grammi di sale.
Procedimento
1) Accendete il forno a 200°.
2) Legate il roast-beef
con spago da cucina: per i circa 12 centimetri di lunghezza del nostro pezzo di
circa un chilo, darete cinque o sei giri.
3) Preparate la teglia
o la pirofila in cui il roast-beef cuocerà in forno: dovrà contenerlo con una
certa abbondanza (ma non di più) e avere un bordo non troppo alto. Tenete a disposizione, lavati e asciugati,
due o tre rametti di rosmarino e altrettanti di salvia e di timo.
4) Ungete il pezzo con
l’olio e salatelo col sale della dose oppure con un peso doppio di uno di quei
preparati a base di erbe e sale (un perfezionista vi direbbe di salare a metà
cottura, ma qui il tempo di cottura è abbastanza breve da poter salare subito e
non pensarci più). Versate il resto dell’olio sul fondo del recipiente di
cottura.
5) Appoggiate sul fondo
del recipiente di cottura il misto di erbe aromatiche, e sopra queste il
roast-beef. Infornate a 200°C e regolate il timer a 35 minuti. Dopo 5 minuti
portate il termostato a 180°C.
6) Allo scadere del
tempo, ritirate il pezzo dal forno, copritelo con carta stagnola (senza
sigillare), e tenetelo in ambiente riparato per circa mezz’ora. Non mettetelo
nel forno spento, perché continuerebbe a cuocere: se volete tenerlo in un posto
tiepido, badate che sia davvero tiepido e non caldo.
7) Mettete a scaldare,
nel forno spento, il tagliere sul quale affetterete l’arrosto e il piatto ove
intendete riporne le fette.
8) Al momento di
servire, affettate il roast-beef a fette sottili, usando un coltello lungo e
affilatissimo. Durante l’operazione di taglio, cercate di non separare le fette
l’una dall’altra, ad evitare che si raffreddino. Alla fine, raccogliete tutte
le fette insieme, con una paletta; adagiatele sul piatto caldo, adesso sì,
allargandole un po’, e irroratele col fondo di cottura. Non fate aspettare,
salvo mettere il piatto nel forno, ma solo a condizione che si tratti di pochi
minuti e che il calore sia davvero moderato.
Eccellente freddo, a fette sottili, condito con olio e limone.
ma nessun passaggio in padella sul fuoco, prima di infornare? nessun liquido/sughetto?
RispondiEliminaNon riesco a pubblicare questa benedetta risposta: ci provo per la terza volta.
EliminaDunque: la rosolatura preliminare sul fornello si può fare, ma è un passaggio in più che può essere benissimo sostituito da una temperatura iniziale del forno un po' più alta. Invece, per quanto riguarda il "sughetto" valga la prima delle tre regole elencate in apertura del post.