La torta si compone di
pasta e di ripieno. L’involucro di pasta, a sua volta, è costituito da una base
e da un coperchio. Ma ciò che caratterizza la torta è il fatto che la pasta,
sia della base sia del coperchio, non è tirata in un solo strato, ma si compone
di tanti strati, ognuno separato dagli altri da un velo d’olio.
Una versione, da un lato
semplificata (nel numero dei fogli di pasta) e dall’altro arricchita (nel
trattamento delle erbette), ma che sostanzialmente rispetta lo spirito della
pasqualina, è la seguente.
Ingredienti e dosi (per una tortiera di 24 – 25 cm di diametro)
Per la pasta all’olio- quattro etti di farina tipo 0;
- 200 grammi di acqua;
- 50 grammi olio e.v.o. più un altro mezzo bicchiere per la spennellatura delle sfoglie;
- 8 grammi di sale.
- 80 grammi di burro (oppure 60 grammi di olio e.v.o. con dell’aglio, e 10 grammi di burro);
- un etto di parmigiano grattugiato;
- circa 400 grammi di ricotta (da 350 a 500);
- 5 o 6 uova piccole o, meglio, molto piccole (7 o 8 se di quaglia).
Attrezzatura
- un pennello morbido- un mattarello per tirare la pasta
Procedimento
1) Preparate la pasta all’olio:
mettete in una terrina la farina, l’acqua, il sale e i 50 grammi di olio;
amalgamate il tutto lavorando con una mano per un paio di minuti; quindi
trasferite la pasta su un piano di lavoro (un tagliere, un tavolo, un
canovaccio infarinato) e lavoratela per altri due o tre minuti.2) Da un chilo abbondante di erbette ricavate le sole foglie, cioè le foglie private del gambo (mentre lavate le singole foglie sotto il filo del rubinetto, le piegate lungo l’asse longitudinale e strappate loro il gambo con quel tanto di nervatura che se ne viene appresso); sbollentatele in acqua salata come per la pasta per un mezzo minuto dalla ripresa del bollore e scolatele bene, premendole in un colapasta; fatele asciugare rimestandole per quattro o cinque minuti a fuoco vivo in una padella larga con 70 grammi di burro o, se preferite un gusto più deciso, con 60 grammi di olio e tre spicchi d’aglio tagliati per il lungo e privati del germe; aglio che poi toglierete. Fatele raffreddare.
I gambi potrete lessarli a parte per 4 o 5 minuti e consumarli conditi con olio e sale.
3) Scolate le erbette fredde dall’ulteriore acqua che hanno rilasciato e incorporatevi un etto di parmigiano (o grana) grattugiato, lavorandole con una forchetta dall’alto in basso e così sminuzzandole (buttate via i ricettari che dicono di “tritarle finemente”); quindi amalgamate il tutto con la ricotta, aggiustando eventualmente di sale.
4) Dividete la pasta in sette pezzi: quattro un po’ più grandi serviranno per il fondo e le pareti della tortiera; gli altri per il coperchio. Quindi, poiché la pasta peserà all’incirca 650 grammi, i sette pezzi saranno: 4 da un etto l’uno e tre da 80 grammi circa.
Col mattarello tirate il primo dei quattro pezzi più grandi in una sfoglia di forma pressoché rotonda, di diametro di circa 35 centimetri; appoggiatelo su un foglio di carta da forno di grandezza adeguata; spennellatelo di olio; tiratene un secondo, e sovrapponetelo al primo; spennellate di olio anche il secondo disco e ripetete l’operazione col terzo e col quarto, quest’ultimo non più spennellato (non è che sia controindicato: solo non serve).
6) Praticate, lungo la
circonferenza del ripieno, cinque o sei fossette (sette o otto se avete optato
per le uova di quaglia), grandi abbastanza da contenere ciascuna un piccolo
uovo crudo senza guscio; ponete le uova nelle fossette e conditele con un
pizzico di sale, pepe se piace, e un frammento di burro per ogni uovo.
7) Preparate il
coperchio del ripieno spianando i tre residui pezzi di pasta e sovrapponendoli
l’uno all’altro previa spennellatura di olio; appoggiate il coperchio sulla
base, saldandolo al bordo con dell’uovo battuto o semplicemente premendo con le
dita, e tagliate via la pasta in eccesso.
Praticate tre tagli
sottili sul coperchio, e infornate a 170 gradi per circa un’ora: deve risultare
di un bel colore bronzato e un tantino gonfia: può darsi che occorrano altri 10
minuti.
Da consumare tiepida o fredda.
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