Due ricette in una: le cime di rapa servite come contorno sono
eccellenti anche senza le orecchiette, che dal canto loro possono essere
condite anche con del pomodoro, con o senza ricotta.
Fresche, fatte a mano, le orecchiette sono più buone di quelle
industriali e in connubio con le cime di rapa costituiscono un piatto pregiato.
- cime di rapa (possibilmente munite di fiori abbondanti): kg 1,2-1,3;
- olio e.v.o.: g 50;
- aglio: n. 2 spicchi;
- orecchiette: g 280 circa fatte con:
- farina di grano duro: g 175;
- sale: g 3½;
- acqua tiepida: g 100.
1) Procedimento per le ORECCHIETTE
1a) Impastate in una terrina farina, sale e acqua e fatene una palla
(tre minuti). Lavorate la pasta su un qualsiasi piano di lavoro per altri due
minuti, involtolatela in pellicola e lasciatela riposare a temperatura ambiente
per una mezz’ora.
1b) Spianate la pasta allo spessore di un centimetro e tagliatela a
strisce larghe circa altrettanto. Arrotondate le strisce fra le mani al fine di
dar loro uno spessore omogeneo: poco più di una matita. Tagliate questi
cilindri in segmenti di circa un centimetro. Potete fare le orecchiette
premendo col pollice questi segmenti e trascinandoli sul piano di lavoro
infarinato quel tanto che basti a dar loro la forma voluta. Questo procedimento
si discosta da quello classico che prevede lo schiacciamento del pezzetto di
pasta con la punta di un coltello e poi il modellamento del pezzo stesso sulla
punta di un dito, ma prende un terzo del tempo e dà un risultato ampiamente accettabile.
Se vi piace muovervi con lentezza e non volete che la pasta in
lavorazione si secchi, tagliate un cilindro per volta e lasciate coperto il
resto della pasta.
1c) Accomodate le orecchiette in unico strato su una tavoletta di
legno infarinata e lasciatele in attesa fino al momento dell’uso. C’è chi dice
che vengono meglio se fatte riposare una dozzina di ore, ma io vi assicuro che
sono eccellenti anche cotte subito.
2) Procedimento per le CIME DI RAPA
2a) Tagliate i gambi dalla loro base e lasciateli cadere nel lavello
pieno d’acqua. Buttate via la base.
2b) Da ogni gambo prelevate le foglie una ad una e, mentre le lavate
sotto il filo del rubinetto, le piegate lungo l’asse longitudinale e strappate
loro la nervatura centrale. Se le foglie sono grandi, levate loro anche qualche
filo di nervatura periferica. Non cominciate a spazientirvi: tutta l’operazione
di pulizia per questa quantità di verdura vi prenderà non più di mezz’ora, in cambio di
un risultato ineguagliabile. Mettete le foglie pulite in un colapasta.
2c) Dedicatevi ai fiori. Tagliateli dai loro steli con un coltellino
affilato. La parte di stelo che vi rimarrà attaccata dovrà essere cortissima.
Risciacquateli sotto il rubinetto e sistemateli in un colapasta separatamente
dalle foglie. Ora avete tre gruppi di verdura: foglie buonissime, fiori
delicati, e gambi. Questi ultimi (la parte più cospicua) andranno buttati.
3) Cottura e servizio
3a) In un tegame da cm 24 fate scaldare l’olio con l’aglio sbucciato,
tagliato in due per il lungo e privato del germe.
3b) Avrete messo al fuoco una pentola con tre o quattro litri d’acqua,
salata al 10 per mille (40 grammi di sale per quattro litri). Al bollore
calatevi le foglie. Fatele bollire 5 minuti, levatele col ragno, premetele in
un colapasta e rimestatele nel tegame con l’aglio e l’olio. Fatele insaporire
per qualche minuto. Buttate in quella stessa acqua bollente i fiori: fateli
bollire 2 minuti, levateli col ragno e aggiungeteli alle foglie. Eliminate
l’aglio.
3c) Riportate a bollore l’acqua dove ha cotto la verdura e calatevi le
orecchiette. Fatele bollire 5 o 6 minuti, scolatele, rimestatele con la verdura
che se necessario avrete riscaldato di nuovo. Lasciate insaporire tutta la
preparazione per qualche minuto a fuoco basso (non deve rosolare niente:
dimenticatevi le manovre “al salto” dei cuochi esibizionisti). Servite.
Note sulle quantità
La verdura fotografata qui pesava un chilo e un quarto. Ne sono venuti
200 grammi netti di foglie e altrettanti di fiori: un risultato fortunato, perché
di solito i fiori sono di meno.
Complessivamente le dosi di questa ricetta si sono rivelate molto
abbondanti per due porzioni (comunque consumate allegramente in due come piatto
unico): con moderazione sarebbero potute bastare per tre.
Come si vede anche dalla foto di presentazione la quantità di verdura
è molto generosa rispetto alla pasta: volendo estendere la preparazione a
quattro porzioni, basterebbe aumentare la pasta e l’olio di un terzo.
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