lunedì 26 marzo 2018

POMODORI RIPIENI DI RISO


Preparazione golosa adatta per antipasti, buffet, pic-nic, pranzi destrutturati.
E' un piatto che può essere di grande successo e (incidentalmente) vi può aiutare nel completare un menù vegano. L'esecuzione è semplice e basta seguire le istruzioni. L'unica eventuale nota problematica riguarda la scelta dei pomodori. Infatti, vi occorrono dei frutti tondi, tipo i “ramati”, ma questi in genere non brillano per intensità di sapore.
Allora bisogna cercarli rossi, maturi e sodi, senza lasciarsi ingannare dall’affascinante profumo sul quale il fruttivendolo richiama la nostra attenzione... quel profumo infatti promana esclusivamente dai rami.
 
 
Ingredienti e dosi per 4 porzioni da buffet
1) n. 8 pomodori ramati, medio- grandi, che stiano di misura in una tortiera da cm 22;
2) riso fino o semifino (io ho usato il Roma): g 160;
3) salsa di pomodoro di buona consistenza non salata: g 130;
4) prezzemolo e basilico, le sole foglie lavate e asciutte, in parti uguali: g 40 in tutto;
5) pomodorini semisecchi sott’olio: un paio di cucchiai;
6) olio e.v.o.: g 70;
7) sale: g 6;
8) peperoncino: facoltativo, a piacere.

Procedimento
1)  In una terrina qualsiasi mescolate il riso con la salsa, 40 grammi di olio e 4 di sale.
2)  Tagliate le calotte ai pomodori e tenetele da parte. Con un coltellino e un cucchiaino svuotate i pomodori e conservatene il contenuto, quindi filtratelo e versate il liquido nella terrina del riso. Da questo momento calcolate un paio d’ore di riposo. Riservate il resto del contenuto dei pomodori all’uso che credete.
3)   Con una mezzaluna o un trinciante (NO un cutter) tritate il basilico e il prezzemolo insieme ai pomodorini sott’olio e l’eventuale peperoncino. Aggiungete il trito alla terrina del riso.
4)  Passato il tempo di riposo del riso, scolatelo dall’eventuale liquido in eccesso (ma probabilmente non ce ne sarà) e distribuitelo nei pomodori. Prima però scolate questi ultimi da quel poco di acqua che avranno cacciato e spolverizzateli all’interno con pochissimo sale: giusto i due grammi rimasti.
5)  Sistemate i pomodori ben accostati nella teglia foderata di carta-forno, copriteli con le loro calotte, irrorateli con i 30 grammi di olio rimasto. infornateli a 200 °C e cuoceteli per 80 minuti. Non vanno subito in tavola ma vengono lasciati intiepidire prima del servizio. Buoni anche freddi.
 

 

martedì 11 luglio 2017

PICI AL POMODORO


I pici sono una cosa buona, toscana, fatta a mano a partire da acqua, farina e sale. Hanno la forma di grossi spaghetti e questo è tutto ciò che serve sapere: il resto, cioè quali siano gli ingredienti in dettaglio dei veri pici secondo la vera ricetta tradizionale toscana e come essi vadano conditi, sempre per rispettare la tradizione, probabilmente fa parte delle etichette e delle imposizioni dettate dalla consuetudine. Noi ci dedichiamo agli elementi essenziali della preparazione: forma e contenuti di base, e dettagli attinti dal mio diario degli esperimenti riusciti.

Ingredienti e dosi per 3 - 4 porzioni
per i pici
Farina 00: g 150. Semola di grano duro: g 150. Acqua: g 165. Sale: g 6.
per il condimento
Pomodori perini sodi e maturi: g 850. Olio e.v.o.: g 60. Sale: g 4. Basilico: un paio di rametti. Aglio e/o peperoncino: facoltativi, raccomandati, a piacere.

Procedimento 
1)  Preparate la pasta per i pici: mettete tutti gli ingredienti in una terrina, impastateli con una mano fino a farne una palla, trasferite la palla su un piano di lavoro (qui vien comoda la spianatoia, per quello che c'è da fare in seguito) e lavoratela per quei pochi minuti che consentono di darle una tessitura liscia e omogenea. Avvolgete la pasta in pellicola e lasciatela riposare per una mezz'ora. 
2) Stendete la pasta allo spessore di tre millimetri dandole una forma approssimativamente rettangolare, con il lato corto di una lunghezza tale che possa andar bene come lunghezza dei pici. Su quel lato corto tagliate strisce larghe 4 o 5 millimetri. 
3)  Prendete le strisce fra le mani, una alla volta, e, lavorandole fra pollice e indice, fatene delle code di topo del diametro di circa tre millimetri, anche non perfettamente regolari: avete i pici. La loro lunghezza è quasi doppia rispetto a quella da cui siam partiti. Tagliateli a metà. Spolverizzateli di semola di grano duro e metteteli a riposare su un tagliere. 
3)  Preparate il condimento. Lavate i pomodori; sbollentateli per un minuto; aspettate che si raffreddino o immergeteli in acqua fredda. Pelateli, dissemateli e tagliateli a filetti. Riservateli da qualche parte. 
4)  Se siete per l’aglio, aromatizzate l’olio con quanti spicchi volete, tagliati in due per il lungo e privati del germe, imbionditi al fuoco basso e poi eliminati. 
5)  Dieci minuti prima di servire, buttate i pici in abbondante acqua bollente salata (4 litri e 32 grammi di sale). Dovranno cuocere 5 minuti contro i 6 o 7 necessari per altri tipi di condimento (ad esempio un semplicissimo quanto gradevole olio crudo e parmigiano). In quei 5 minuti mettete al fuoco medio-alto un tegame da cm 28 con i filetti di pomodoro, l’olio, il basilico, il sale e l’eventuale peperoncino. Rimestate ogni tanto e vedrete i pomodori disfarsi. 
6)  Scolate i pici e mescolateli al condimento nel tegame, lasciandoli al fuoco basso finché tutto il liquido acquoso dei pomodori non sia stato assorbito. Servite.



sabato 11 febbraio 2017

KRUMIRI


Sono biscotti tipici di Casale Monferrato, piuttosto famosi. Con questa ricetta vengono come quelli comprati, solo più buoni.
 
Ingredienti e dosi per un’ottantina di krumiri
Farina 0: g 350
Zucchero a velo: g 100
Tuorli da uova grandi: n. 3
Burro: g 210
Sale: g 2
Vanillina: una bustina (½ grammo)
Limone bio: la buccia grattugiata di uno.
Per la variante al cioccolato: 100 gr di gocce di ciocciolato fondente
Attrezzatura: una tasca da pasticcere con bocchetta spizzata da mm 12.

Procedimento
1)  Setacciate la farina in una terrina e mescolatevi lo zucchero, il sale, la vanillina e la buccia di limone grattugiata.
2)  Mescolate alla farina e al resto il burro molto morbido, quasi fuso, lavorando con una mano per un paio di minuti.
3)  Mescolate all’impasto i tuorli d’uovo, lavorando ancora per un paio di minuti. Dovrebbe esservi venuta una pasta morbida e plastica: è pronta per la successiva lavorazione; non deve riposare. Per la variante al cioccolato è ora di aggiungere le gocce.

4)  Mettete un po’ di impasto nella tasca e spremetene fuori dei cilindretti lunghi 5 o 6 centimetri, ai quali darete la caratteristica curvatura e che appoggerete su una placca ricoperta di carta forno. Mettete poco impasto per volta e spremete con calma: la pasta, anche se è morbida a maneggiarsi, risulta dura per la tasca e rischia di romperla. Anzi, dopo la seconda tasca che vi esplode, potete passare al metodo spiccio consistente nel mettere l’impasto direttamente nel beccuccio e spremerlo fuori con un pollice: non è elegante, ma è rapido ed efficace.

5)  Riempita la placca, infornatela a 200°C già raggiunti e cuocete per 15-16 minuti: devono riuscire appena dorati: non chiarissimi e non nocciola. Il tempo di cottura dipende anche dal materiale con cui è fatta la placca: se alluminio dovrebbero bastare 15 minuti; se acciaio 16 o anche più. Le prime volte dovrete controllare.
 
6)  Lasciate raffreddare i biscotti e riponeteli in una classica scatola di metallo. Si conservano bene diversi giorni (se li tenete nascosti).
 
 
 

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lunedì 30 gennaio 2017

RAVIOLI DI CARNE



I ravioli fatti in casa sono il regalo migliore che vi possa fare il vostro freezer quando volete offrire un piatto sopraffino ai vostri ospiti pur non avendo a disposizione molto tempo per cucinare o volendovi dedicare ad altro che alla preparazione del primo. Questa è la prima cosa da sapere: l’approccio migliore ai ravioli fatti in casa passa assolutamente per la loro surgelazione. Perché?
Perché i ravioli li confezioniamo non certo quando ci servono, ma quando abbiamo il tempo e quando abbiamo tra le mani un abbondante avanzo di arrosto. Si preparano con tutto comodo, si surgelano e (dopo un giorno o dopo mesi) si trasferiscono direttamente dal freezer all’acqua bollente. Saranno indistinguibili da quelli che avreste potuto fare in giornata. In tal modo ci si libera anche dal problema delle quantità: se ne fanno quanti ne vengono e se ne prelevano quanti ne servono.
Ingredienti e dosi per un numero di porzioni da 6 in su
Per il ripieno
-  arrosto di vitello o bovino adulto: g 400 almeno;
-  uova: uno medio ogni 400 grammi di carne;
-  parmigiano grattugiato: il 20% in peso della carne;
-  noce moscata: un nonnulla facoltativo;
-  pepe: a piacere, facoltativo.
Per la pasta
-  uova: n. 5 o 6, a seconda della grossezza, per ogni 400 grammi di carne;
-  farina metà 00 e metà di grano duro: peso netto delle uova moltiplicato 1,65;
-  sale: 2% del peso della farina.
Attrezzatura
-  un tritacarne o un cutter;
-  una macchina per pasta;
-  un tagliaravioli rotondo da mm 40 di diametro esterno.
Le macchine domestiche per stendere e tagliare la pasta si trovano in diversi modelli: una prima, grande distinzione è fra manuali ed elettriche. Le prime non si diversificano molto fra loro, avendo tutte caratteristiche simili: sono per lo più affidabili, precise, robuste e il loro mercato è dominato dalla Imperia. Fra le elettriche invece si trovano notevoli differenze: si va dalle manuali corredate di motorino esterno a quelle con motore integrato, a quelle costituite da un accessorio montato su un’altra macchina, impastatrice o planetaria. Qui a fianco le foto di una manuale, una con motore integrato e una quale accessorio della planetaria Kitchen Aid: quest’ultima è la mia preferita da diversi anni: veloce, precisa, potente, non troppo rumorosa.
Procedimento
1)  Ripulite la carne dal grasso evidente e dal tessuto connettivo, e tritatela. Pesatela e determinate la giusta quantità di uovo e di parmigiano. In questo esperimento io ho usato un uovo e un tuorlo per 550 grammi di macinato. Aggiungete le eventuali spezie; aggiungete anche il fondo bruno residuato dall’arrosto e qualche cucchiaiata del grasso di cottura, e amalgamate il tutto con una mano. Come vedete, non è prevista l’aggiunta di sale: dovrebbe bastare quello dell’arrosto e quello del parmigiano. Il ripieno è pronto: copritelo e riservatelo in frigorifero.
2)  Dedicatevi alla pasta e non temete di farne troppa: con quella che avanza farete delle tagliatelle, mentre se dovesse finire in corso d’opera userete i ritagli rimpastati. Io nell’esecuzione di questa ricetta ho impiegato otto uova medie per i miei 550 grammi di carne, ho dovuto usare un po’ di ritagli rimpastati, ho rimpastato i nuovi ritagli con i precedenti e ne ho fatto tagliatelle. Alla fine, ho surgelato 1400 grammi di ravioli (8 o 9 porzioni) e 600 di tagliatelle (5 porzioni).
3)  Rompete dunque le uova, pesatene il contenuto, moltiplicate quel peso per 1,65 e avrete il peso del mix di farine; moltiplicate quest’ultimo peso per 0,02 e avrete il peso del sale. Lavorate il tutto come descritto al post PASTA ALL'UOVO FATTA A MANO e lasciate il panetto a riposare per una mezz’ora o più se vi fa comodo. Avrete notato che qui la farina è un po’ meno che nella pasta delle tagliatelle: la differenza è intenzionale in quanto per i ravioli è bene che la pasta sia più morbida, per potersi bene incollare intorno al ripieno.
4)  Tagliate dal panetto di pasta un pezzo di circa un etto, modellatelo con le mani in una forma rettangolare spessa circa un centimetro e larga circa un terzo della lunghezza dei rulli della macchina. Fate passare la pasta attraverso i rulli iniziando dall’apertura massima e poi via via stringendo di una tacca alla volta, fino ad arrivare allo spessore voluto. Questo corrisponde solitamente all’ultima tacca (la n. 6), ma alcune macchine potrebbero averne altre, corrispondenti a spessori inferiori. Ad esempio la mia Kitchen Aid ne ha 8 e lo spessore corrispondente all’ultima tacca dell’Imperia si realizza facendo passare la striscia di pasta per due volte allo spessore 6 (al secondo passaggio nel medesimo spessore la pasta si assottiglia a una via di mezzo fra tale spessore e quello inferiore).
5)  Adagiate la striscia di pasta sul piano di lavoro e ponetevi sopra, adeguatamente distanziati, dei mucchietti di ripieno grandi quanto una nocciola col guscio. Ripiegate la pasta sul ripieno e tagliatela col tagliaravioli. Prima di ripiegare la pasta conviene dividerla in segmenti di 4 o 5 ravioli. Conservate i ritagli coperti a evitare che si secchino. Allineate i ravioli su una sottile tavoletta di legno infarinata o su un vassoio di cartone ricoperto di carta-forno e surgelateli così, in unico strato. Dopo qualche ora li potrete raccogliere e riunire in sacchetti o contenitori ermetici. Al momento dell’uso andranno dal freezer all’acqua bollente e cuoceranno in una decina di minuti dall’immersione.

sabato 26 novembre 2016

CANNOLI SICILIANI


Dolce di grande effetto, croccante e morbido insieme, profumato, dolcissimo, colorato e bello da vedere. Non gli manca nulla.
Le cialde si trovano già belle pronte in commercio, ma qui ovviamente le facciamo noi, con poca fatica e risultato impeccabile. Nella conservazione risentono alquanto dell'umidità del ripieno, e per questo motivo vanno riempite con la ricotta il più tardi possibile, tenendo conto che il croccante della cialda è parte integrante del fascino di questo dolce. Le cialde nude, invece, possono essere cotte (cioè fritte) anche il giorno prima.
Per la riuscita dell’esecuzione basta seguire diligentemente le istruzioni e usare una ricotta di ottima qualità: non deve per forza essere di pecora e men che meno siciliana, ma deve essere necessariamente ben soda.

Ingredienti e dosi per una ventina di cannoli medi

Per le cialde
-  farina 00: g 250;
-  burro: g 20;
-  uova: n. 2 medie;
-  zucchero: g 20;
-  sale: g 0,5;
-  vino Marsala: g 65;
-  limone: la buccia di ½;
-  olio di semi per friggere: ¾ di litro.

Per il ripieno
-  ricotta di buona qualità e soda: g 500;
-  zucchero a velo, vanigliato e non, misto a piacere: g 150;
-  gocce di cioccolato o frammenti di cioccolato fondente: g 110;
-  buccia d’arancia candita: g 70;
-  ciliegie candite: una ventina.
Attrezzatura
-  una decina o più di tubi d’acciaio per cannoli del diametro di mm 22 o 23;
-  un tagliapasta del diametro di mm 85.
Procedimento
1)  Mettete due tuorli in un bicchiere e pesateli. Aggiungetevi tanto albume fino a raggiungere il peso di 65 grammi. Il resto dell’albume vi servirà per incollare la pasta intorno ai tubi.
2)  In una terrina sbriciolate il burro freddo con la farina, lo zucchero, il sale e la buccia di limone grattugiata; aggiungetevi i 65 grammi di uova e il Marsala, e amalgamate il tutto in una palla. Lavorate la palla per tre o quattro minuti su un piano di lavoro; avvolgetela in pellicola e lasciatela riposare a temperatura ambiente per mezz’ora.
3)  Preparate il ripieno. In un contenitore a fondo bombato lavorate la ricotta con lo zucchero a velo, agendo con una forchetta dall’alto in basso, come a voler fare passare tutta la ricotta dai rebbi. Aggiungete alla ricotta le gocce di cioccolato e le bucce di arancia tagliate a pezzetti piccoli, di grandezza paragonabile a quella delle gocce di cioccolato. Mescolate il tutto e tenete in frigorifero fino al momento dell’uso. Ai miei figli non piace la buccia d’arancia, quindi l’ho sostituita con pezzetti di ciliegie candite, ma non è la stessa cosa: l’aroma della buccia d’arancia è irrinunciabile.
4)  Su un adeguato piano di lavoro stendete la pasta col mattarello in un disco del diametro di circa cm 55, o in un’altra forma di pari superficie. La misura di tale superficie darà automaticamente la misura dello spessore, che sarà all’incirca di un millimetro e mezzo.
5)  Con il tagliapasta ritagliate quanti cerchi vengono: dovrebbero essere una ventina. Arrotolateli intorno ai tubi di acciaio e fissateli con una pennellata di albume nel punto di sovrapposizione. Se i tubi non bastano li riutilizzerete dopo il primo turno di cottura.

6)  In una casseruola da cm 22 portate l’olio a 175°C e, a quella temperatura, friggetevi i cannoli a tre o quattro per volta, girandoli dopo una ventina di secondi, finché non siano di un bel colore bronzeo. Dovrebbero bastare 45 secondi. Nel levarli badate che i tubi non restino pieni d’olio. Fateli rotolare su carta da cucina.

7)  Mentre i tubi si raffreddano un po’, consentendovi di maneggiarli, potete friggere i ritagli a mo’ di chiacchiere. Sfilate quindi i cannoli dai tubi, al fine di utilizzare questi ultimi per altri cannoli. Per facilitare questa operazione, i tubi da cannoli non sono saldati, e possono quindi essere lievemente schiacciati mentre i cannoli ne vengono tolti.

8)  Riempite i cannoli con la ricotta agendo con un cucchiaino da ambo le parti; appoggiate mezza ciliegia candita su ciascuna estremità e spolverizzate il tutto con zucchero a velo. Come già detto questa operazione va compiuta al più tardi possibile prima del servizio, una o due ore al massimo, affinché l’umidità della ricotta non tolga croccantezza alla cialda.

giovedì 17 novembre 2016

STRUDEL DI MELE


Altro dolce classico. Anche lui con infinite versioni. Questa mia è tratta dal già citato manuale di Scolari e Busnelli, come al solito arrangiata da me, più nella descrizione che nel contenuto.
Si caratterizza per la semplicità degli ingredienti e il conseguente gusto schietto e gentile.


Ingredienti e dosi per 6-8 porzioni
Per la pasta
-  farina 00: g 250;
-  burro: g 25;
-  zucchero: g 10 (dieci);
-  sale: g 5;
-  uova: n. 1 medio-grande;
-  acqua: come definita nel procedimento.

Per il ripieno
-  mele golden delicious: g 1.200 lordi;
-  burro: g 30;
-  zucchero: 2 cucchiai;
-  limone: la buccia di 1;
-  uvetta sultanina: g 150;
-  rum o brandy: facoltativo, a piacere;
-  pinoli: g 100.

Per la composizione e cottura
-  burro: g 50 circa;
-  uova: un po’ di albume;
-  zucchero: una cucchiaiata.

Procedimento
1)  Preparate l’uvetta: se avete tempo, la tenete a bagno per circa un’ora in acqua inizialmente tiepida, e poi, scolata sommariamente dall’acqua, la lasciate sotto rum o altro liquore aromatico per quante ore volete, anche un giorno; altrimenti può bastare il bagno in acqua, con o senza aromatizzazione di liquore. Al momento dell’uso va scolata accuratamente e asciugata in un paio di fogli di carta da cucina.



2)  Preparate le mele come descritto al post TORTA DI MELE e lasciatele raffreddare.

3)  Preparate la pasta: rompete l’uovo in una tazza e pesatene il contenuto netto; aggiungetevi tanta acqua fino a raggiungere il peso di g 140 (probabilmente avrete g 55 di uovo e g 85 di acqua). In una terrina sbriciolate il burro freddo con farina, zucchero e sale; aggiungetevi l’uovo con l’acqua e lavorate la pasta per 5 minuti. Involtolatela in pellicola e lasciatela riposare a temperatura ambiente per mezz’ora.

4)  Sopra un piano di lavoro costituito da un grande canovaccio infarinato stendete la pasta. Il canovaccio, in luogo della nuda spianatoia, è necessario al fine di arrotolare poi la pasta che sarà  sottilissima e quindi fragile. Tirate la pasta col mattarello in un rettangolo di cm 50 sul lato corto e almeno 70 sul lungo. Spennellate leggermente la sfoglia di burro fuso lasciando liberi 2 centimetri su ciascun lato lungo e 8-10 su uno dei lati corti: su questi spazi non imburrati spennellate del bianco d’uovo.
5)  Distribuite sulla sfoglia le mele, l’uvetta e i pinoli, lasciando liberi gli spazi spennellati di albume. Grattugiatevi sopra della buccia di limone.

6)  Prendendo dal lato corto non lasciato libero arrotolate lo strudel aiutandovi col panno e sigillatene le estremità.
7)  Fate scivolare lo strudel su un foglio di carta-forno; piegatelo a ferro di cavallo e, prendendolo per la carta, adagiatelo su una teglia o placca. Spennellatelo di burro fuso.


8)  Infornate a 180°C già raggiunti e cuocete per un’ora. Dopo 15 minuti dall’infornata, e poi ogni 10 o 12, spennellate lo strudel di burro: ciò impedirà il formarsi di screpolature. Con l’ultima imburrata cospargetegli sopra una cucchiaiata di zucchero.

giovedì 3 novembre 2016

ORECCHIETTE ALLE CIME DI RAPA



Due ricette in una: le cime di rapa servite come contorno sono eccellenti anche senza le orecchiette, che dal canto loro possono essere condite anche con del pomodoro, con o senza ricotta.

Fresche, fatte a mano, le orecchiette sono più buone di quelle industriali e in connubio con le cime di rapa costituiscono un piatto pregiato.

Ingredienti e dosi per 2-3 porzioni
-  cime di rapa (possibilmente munite di fiori abbondanti): kg 1,2-1,3;
-  olio e.v.o.: g 50;
-  aglio: n. 2 spicchi;
-  orecchiette: g 280 circa fatte con:
   -  farina di grano duro: g 175;
   -  sale: g 3½;
   -  acqua tiepida: g 100.

 
1) Procedimento per le ORECCHIETTE

1a) Impastate in una terrina farina, sale e acqua e fatene una palla (tre minuti). Lavorate la pasta su un qualsiasi piano di lavoro per altri due minuti, involtolatela in pellicola e lasciatela riposare a temperatura ambiente per una mezz’ora.

1b) Spianate la pasta allo spessore di un centimetro e tagliatela a strisce larghe circa altrettanto. Arrotondate le strisce fra le mani al fine di dar loro uno spessore omogeneo: poco più di una matita. Tagliate questi cilindri in segmenti di circa un centimetro. Potete fare le orecchiette premendo col pollice questi segmenti e trascinandoli sul piano di lavoro infarinato quel tanto che basti a dar loro la forma voluta. Questo procedimento si discosta da quello classico che prevede lo schiacciamento del pezzetto di pasta con la punta di un coltello e poi il modellamento del pezzo stesso sulla punta di un dito, ma prende un terzo del tempo e dà un risultato ampiamente accettabile.

Se vi piace muovervi con lentezza e non volete che la pasta in lavorazione si secchi, tagliate un cilindro per volta e lasciate coperto il resto della pasta.

1c) Accomodate le orecchiette in unico strato su una tavoletta di legno infarinata e lasciatele in attesa fino al momento dell’uso. C’è chi dice che vengono meglio se fatte riposare una dozzina di ore, ma io vi assicuro che sono eccellenti anche cotte subito.

 
 
2) Procedimento per le CIME DI RAPA
 
2a) Tagliate i gambi dalla loro base e lasciateli cadere nel lavello pieno d’acqua. Buttate via la base.

2b) Da ogni gambo prelevate le foglie una ad una e, mentre le lavate sotto il filo del rubinetto, le piegate lungo l’asse longitudinale e strappate loro la nervatura centrale. Se le foglie sono grandi, levate loro anche qualche filo di nervatura periferica. Non cominciate a spazientirvi: tutta l’operazione di pulizia per questa quantità di verdura  vi prenderà non più di mezz’ora, in cambio di un risultato ineguagliabile. Mettete le foglie pulite in un colapasta.

2c) Dedicatevi ai fiori. Tagliateli dai loro steli con un coltellino affilato. La parte di stelo che vi rimarrà attaccata dovrà essere cortissima. Risciacquateli sotto il rubinetto e sistemateli in un colapasta separatamente dalle foglie. Ora avete tre gruppi di verdura: foglie buonissime, fiori delicati, e gambi. Questi ultimi (la parte più cospicua) andranno buttati.

 
 
3)  Cottura e servizio

3a) In un tegame da cm 24 fate scaldare l’olio con l’aglio sbucciato, tagliato in due per il lungo e privato del germe.

3b) Avrete messo al fuoco una pentola con tre o quattro litri d’acqua, salata al 10 per mille (40 grammi di sale per quattro litri). Al bollore calatevi le foglie. Fatele bollire 5 minuti, levatele col ragno, premetele in un colapasta e rimestatele nel tegame con l’aglio e l’olio. Fatele insaporire per qualche minuto. Buttate in quella stessa acqua bollente i fiori: fateli bollire 2 minuti, levateli col ragno e aggiungeteli alle foglie. Eliminate l’aglio.

 

3c) Riportate a bollore l’acqua dove ha cotto la verdura e calatevi le orecchiette. Fatele bollire 5 o 6 minuti, scolatele, rimestatele con la verdura che se necessario avrete riscaldato di nuovo. Lasciate insaporire tutta la preparazione per qualche minuto a fuoco basso (non deve rosolare niente: dimenticatevi le manovre “al salto” dei cuochi esibizionisti). Servite.


Note sulle quantità

La verdura fotografata qui pesava un chilo e un quarto. Ne sono venuti 200 grammi netti di foglie e altrettanti di fiori: un risultato fortunato, perché di solito i fiori sono di meno.

Complessivamente le dosi di questa ricetta si sono rivelate molto abbondanti per due porzioni (comunque consumate allegramente in due come piatto unico): con moderazione sarebbero potute bastare per tre.

Come si vede anche dalla foto di presentazione la quantità di verdura è molto generosa rispetto alla pasta: volendo estendere la preparazione a quattro porzioni, basterebbe aumentare la pasta e l’olio di un terzo.